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Cerbero guardiano degli Inferi

Il cane di Ade, Cerbero, fa festa scodinzolando a chiunque voglia entrare negli Inferi, ma poi non lo lascia più uscire. Chiunque tenti di tornare indietro viene, infatti, divorato 1.

Fonti
  1. (Th. 770-774)

Commento

Quella che emerge dal racconto è una sottesa analogia con il mondo della pastorizia. Le anime dei defunti sono implicitamente pensate come una mandria che il Cane di Ade è impegnato a non disperdere, ma che, al contempo, contribuisce a incrementare. In questi versi (che alcuni ritengono interpolati), Cerbero opera come una sorta di metafora del destino di tutti i mortali.

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