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Gli inferi regno del silenzio: la ninfa Giuturna

Giove si innamora follemente della ninfa Giuturna, la quale sfugge in ogni modo alle sue lusinghe. Un giorno, stanco delle umiliazioni cui l’amata lo sottopone, il dio raduna tutte le ninfe del Lazio e ordina loro di aiutarlo nell’impresa di possedere la ninfa. Acconsentono tutte tranne Lara, che aveva il grosso difetto di parlare troppo. Non solo avverte Giuturna delle intenzioni di Giove, ma riferisce tutto anche a Giunone. Giove, infuriato, le strappa la lingua e la affida a Mercurio perché la conduca agli inferi, luogo adatto ai silenziosi: da questo momento Lara sarà una ninfa della palude infera1.

Fonti
  1. Ovidio, Fast. 2, 585-610

Commento

La morte è percepita come il regno del silenzio. Per i Romani, la parola è qualcosa di più che il naturale mezzo di comunicazione tra i vivi: l’importanza dell’oratoria politica e della retorica dimostrano che a Roma la parola è strumento di azione e di partecipazione alla vita della città. Interdizione della parola e perdita della coscienza sono fra i principali aspetti che la cultura romana accosta all’idea della morte.

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