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La vecchia mezzana: istigazione all'adulterio

A un mugnaio era toccata in sorte la peggiore delle mogli, che tradiva il marito e attirava a sé con l’inganno tutti gli uomini. Ogni giorno era con lei una vecchia che faceva la ruffiana delle sue tresche e portava i messaggi agli amanti. Un giorno la vecchia, insoddisfatta del nuovo amante che la donna aveva per le mani, la ammonì: «Te lo avevo detto io che questo amante è pigro e pauroso! Basta che il tuo noioso marito aggrotti le sopracciglia, che lui si mette a tremare. Quanto è meglio Filesitero! Lui sì che è giovane, bello, infaticabile e capace di eludere le inutili precauzioni dei mariti». A questo punto la vecchia si mette a raccontare di come una volta Filesitero era riuscito con una brillante trovata a spegnere del tutto i sospetti di un marito che si credeva astuto e che invece finì per essere tradito e ingannato. Al sentire il racconto la moglie del mugnaio provò invidia per quella donna fortunata che aveva potuto godere di un amante così sicuro del fatto suo e si commiserava: «Io, poveretta, ne ho beccato uno che ha paura persino del rumore della macina!». Ma la vecchia ruffiana la rassicurò: «Tranquilla! Te lo convincerò io questo ragazzo così spigliato e te lo farò venire qui più veloce che per un mandato di comparizione!». E infatti così avvenne1.

Riferimenti interni

vedi sez. IIIB.2.2

Fonti
  1. Apuleio, Met. 9, 15-22

Commento

Caratteristico della vecchia ruffiana è l’uso smodato della lingua: servendosi delle sue doti di chiacchierona fuori misura, l’anziana donna di Apuleio infatti non solo incoraggia la moglie del mugnaio a commettere adulterio, ma riesce persino a convincerla del profitto che potrebbe ottenere cambiando un amante prudente con uno più audace.

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