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Suppliche a Coriolano

Dopo aver lasciato Roma per un esilio volontario, in rotta con i propri concittadini, Caio Marcio Coriolano è stato accolto dai Volsci, che ne hanno fatto il proprio generale e alla cui testa egli giunge sino al punto di porre l’assedio alla propria città. Le matrone si recarono allora da Veturia e Volumnia, madre e moglie di Coriolano, per chiedere loro un intervento presso l’eroe divenuto capo dei nemici. Esse si recano al campo dei Volsci, nella speranza di ottenere con le preghiere e le lacrime ciò che gli uomini non avevano ottenuto con le armi. Attraverso un discorso efficace, che fa appello in primo luogo al suo ruolo di madre non solo di un figlio, ma anche di un cittadino, Veturia riesce nell’intento e Coriolano rimuove l’assedio dall’Urbe1.

Riferimenti interni

vedi sez. VIB.1

Fonti
  1. Livio, 2, 40

Commento

A smuovere Coriolano è la consapevolezza dei propri doveri nei confronti della madre. Veturia ha in mano un potente strumento per agire sulle decisioni dell’assediante, cioè il fatto che egli, come ogni figlio, ha nei suoi confronti un grande debito di riconoscenza, un debito che, per la situazione che si è venuta a creare, Coriolano non ha neppure iniziato a saldare. Insomma, Coriolano ha disatteso i suoi doveri verso la madre.

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