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Romolo organizza il ratto delle Sabine

Romolo capisce ben presto che la città da lui fondata non avrebbe superato la prima generazione per l’assoluta mancanza di donne. In un primo tempo invia delegazioni presso le città limitrofe a chiedere loro di «mescolare la stirpe», ma le risposte ricevute sono sprezzanti; il fondatore decide allora di ricorrere all’astuzia. Organizza a Roma un grande spettacolo, al quale sono invitati i popoli vicini; a un segnale convenuto i giovani romani si lanciano sulle donne presenti, avendo cura di rapire solo le vergini. Le ragazze sono quindi condotte alla presenza di Romolo, che le unisce in matrimonio ad altrettanti cittadini, invitandole ad amare i mariti che la sorte ha assegnato a ciascuna1.

Fonti
  1. Livio, 1, 9-10; Dionigi di Alicarnasso, Ant. rom. 2, 30; Plutarco, Rom. 14

Commento

Il ratto delle Sabine è anzitutto un grande mito eziologico, chiamato a spiegare l’origine di riti e prassi nuziali osservati in età storica, a cominciare dall’usanza di strappare la futura sposa dal grembo della madre in segno di buon auspicio, come era accaduto al tempo di Romolo.

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