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Nascita del minotauro

Mentre Minosse, aspirante al trono di Creta, offriva un sacrificio a Poseidone, per dimostrare ai propri concittadini il proprio legame speciale con il dio gli chiese di far emergere un toro dal mare e promise che glielo avrebbe sacrificato. Poseidone fece allora apparire per lui un toro bellissimo, ma Minosse mandò il toro tra le sue mandrie e ne sacrificò un altro. Riuscì così a diventare re di Creta e fu il primo ad avere il dominio sul mare (la “talassocrazia”), ma il dio, adirato con lui, rese furioso l’animale e fece in modo che Pasifae se ne invaghisse. Innamorata del toro, la regina si fa aiutare dall’ingegnoso Dedalo, fuggito da Atene a causa di un omicidio. Dedalo costruì una vacca di legno e la pose su delle ruote, dentro la face cava, le cucì addosso la pelle di una vacca che aveva scuoiato, la collocò nel prato dove il toro era solito pascolare e vi fece salire Pasifae. Sopraggiunse il toro che si unì a lei come se fosse realmente una vacca. Dopo questa unione, la regina generò Asterio, detto Minotauro, che aveva la testa di toro e il corpo di uomo. In seguito a certi oracoli, Minosse lo rinchiuse, ben custodito, nel celebre labirinto, un edificio costruito da Dedalo che, con i suoi tortuosi corridoi, impediva di trovare l’uscita1.

Fonti
  1. Apollodoro, Bibl. 3, 1, 3-4

Commento

Gli elementi portati alla luce da questo racconto sono molteplici. Il primo, sicuramente, è legato alla hybris del re di Creta. Accecato dal potere che gli deriva dalla talassocrazia, Minosse si erge al di là dell’umano e non onora il debito con Poseidone. La sua empia trasgressione viene punita: proprio perché ha interrotto il circuito del dono che lega i mortali agli immortali, Minosse si è posto, come se fosse una bestia, al di fuori del consorzio umano e quindi, per una forma di contrappasso, la sua stirpe deve portare su di sé i segni di questa bestialità originaria.

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