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Virtù dei giovani e virtù dei vecchi

Un tempo le teste canute e le rughe senili godevano di grande rispetto e valore. Mentre la gioventù era impegnata nelle opere belliche, la vecchiaia, età inadatta alle armi, recava aiuto alla città con la saggezza dei consigli: a nessun altro si aprì la curia se non agli anziani e il senato prende il nome dall’età senile. Essi rendevano giustizia al popolo, camminavano in mezzo ai giovani senza che questi se ne dispiacessero, e nessuno in loro presenza osava toccare argomenti licenziosi. Fu Romolo che affidò il governo della nuova città a questi animi eletti che chiamò padri e consacrò agli anziani (maiores) il mese di maggio (maius). Dal nome dei giovani, invece, fu designato il mese di giugno (iunius)1.

Fonti
  1. Ovidio, Fast. 5, 57-78

Commento

Sin dai tempi di Romolo è chiaro come la comunità abbia bisogno tanto dei giovani quanto dei vecchi, e il re divide la popolazione tenendo conto delle attitudini di ciascuna età: combattere è proprio della giovinezza, alla vecchiaia spetta dare consigli.

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