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Sacrificio delle figlie di Eretteo

Eretteo, re di Atene, durante la guerra contro gli Eleusini, riceve il responso oracolare secondo il quale, per ottenere la vittoria, deve sacrificare una delle sue figlie. La madre Prassitea induce alla accettazione volontaria del sacrificio eroico per la patria, in quanto fonte di gloria imperitura. Viene sacrificata la figlia più giovane, ma anche le altre, a seguito di un voto, si tolgono la vita1.

Fonti
  1. Apollodoro, Bibl. 3, 15, 4; Suda, s.v. parthenoi; Euripide, frr. 349-370 Kannicht, Licurgo, Leocr. 100

Commento

Collocata nello spazio liminare tra l’adolescenza e l’età adulta, la verginità femminile in Grecia è momento di passaggio di ambigua definizione: nel sociale designa la condizione della fanciulla non ancora sposa; in ambito biologico indica la fase della pubertà ancora non segnata dall’esperienza della maternità. Momento rischioso, sospeso com’è tra il telos previsto e i continui ostacoli alla sua realizzazione. La parthenos è infatti oggetto di desiderio sessuale trasgressivo, o preziosa posta in gioco per il bene della comunità, tanto che spesso nelle vicende mitiche il compimento del matrimonio e della maternità si risolve nella morte.

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