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Nascita di Asclepio

La tessala Coronide è incinta di Apollo, ma accetta di unirsi con uno straniero d’Arcadia, Ischi. Apollo, scoperta la tresca, non tollera che nel grembo dell’eroina il puro seme divino si mescoli con quello di un mortale e invoca la sorella Artemide, la quale balza nella stanza di Coronide per colpirla con il micidiale arco. Ma l’eroina è ancora gravida e il dio non può permettere che la sua discendenza perisca; perciò, quando vengono celebrate le esequie di Coronide, si lancia verso la pira funebre e strappa dal ventre della donna il piccolo Asclepio. Il bambino viene poi condotto sul Pelio, dove è affidato alle cure del Centauro Chirone1.

Fonti
  1. Pindaro, Pyth. 3, 8-44

Commento

Nel segno dell’anomalia, rispetto alle consuete dinamiche della nascita umana, si svolge il parto cesareo di Coronide. L’eccezionalità di questa genesi è legata a un fatale errore commesso dalla madre durante la gravidanza, che altera irrimediabilmente il processo della generazione). Nel racconto compare inoltre il tema della nascita dalla morte: il bambino venuto alla luce durante le esequie materne sarà proprio colui che oserà restituire la vita ai morti.

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