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Teseo e il minotauro

«Teseo salpò alla volta di Creta e vi giunse. La figlia di Minosse, Arianna, si innamora di lui e promette di aiutarlo, a patto che lui acconsenta a portarla ad Atene e a farla sua sposa. Teseo acconsente e giura: allora Arianna chiede a Dedalo di rivelarle il modo di uscire dal labirinto. E su consiglio di Dedalo consegna a Teseo, nel momento in cui entra nel labirinto, un filo; Teseo lo legò alla porta ed entrò tirandoselo dietro. Trovò il Minotauro nella parte più interna del labirinto, lo uccise a forza di pugni, poi, seguendo il filo a ritroso, riguadagnò l’uscita»1.

Fonti
  1. Apollodoro, Epit. 1, 8-9

Commento

Gli elementi portati alla luce da questo racconto sono molteplici. Il primo, sicuramente, è legato alla hybris del re di Creta. Accecato dal potere che gli deriva dalla talassocrazia, Minosse si erge al di là dell’umano e non onora il debito con Poseidone. La sua empia trasgressione viene punita: proprio perché ha interrotto il circuito del dono che lega i mortali agli immortali, Minosse si è posto, come se fosse una bestia, al di fuori del consorzio umano e quindi, per una forma di contrappasso, la sua stirpe deve portare su di sé i segni di questa bestialità originaria.

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