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I Dioscuri

Dall’unione di Zeus e Leda, moglie di Tindaro re di Sparta, nascono i gemelli Castore e Polideuce (secondo altre versioni i gemelli nascono invece da un uovo). Si racconta anche che il solo Polideuce fosse figlio di Zeus e che Castore venisse concepito da Leda con Tindaro1. Ma è come coppia indissolubile che i due condividono il loro destino e le loro avventure: entrambi sposano due figlie di Leucippo, Febe e Ilaira2, ed entrambi sono celebri come atleti3. Insieme partecipano alla spedizione degli Argonauti, dove Polideuce sconfigge in una gara di pugilato il terribile Amico, re dei Bebrici4.

Fonti
  1. Pindaro, Nem. 10, 80 ss.
  2. Apollodoro, Bibl. 3, 11, 2
  3. Pindaro, Nem. 10, 50-52
  4. Apollonio Rodio, 2

Commento

Contrariamente a quanto avviene per le coppie di fratelli, Castore e Polideuce esemplificano un modello di dualità totalmente solidale e simbiotica. Nati dallo stesso grembo materno, la loro diversa filiazione paterna non modifica in nessun modo la loro identità, tanto che vengono nominati indifferentemente Tindaridi o Dioscuri, cioè figli di Zeus, scambiandosi vicendevolmente persino il patronimico, come se l’identità dell’uno divenisse senz’altro identità della coppia. Come gemelli sposano a loro volta una coppia di sorelle, le Leucippidi, e come coppia complementare partecipano ad agoni e avventure in cui le imprese e la gloria dell’uno si riverberano su quelle dell’altro. Inseparabili nella vita, condivideranno la sorte fino alla morte e all’ascesa al cielo.

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