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Oreste vendica il padre

Mentre il marito combatte a Troia, la regina Clitennestra invia il piccolo Oreste presso Strofio, parente del padre, che lo alleva insieme al figlio Pilade1. Anni dopo, Oreste apprende dell’assassinio di Agamennone tornato da Troia ad opera di Clitennestra e del suo amante Egisto. Sconvolto dalla rabbia e dal dolore, si reca a consultare l’oracolo di Apollo, da cui riceve l’ordine di vendicare il padre2; torna allora ad Argo insieme a Pilade, si ricongiunge con la sorella Elettra e infine si reca alla reggia, dove la madre regna con Egisto. Colti di sorpresa, cadono sotto i colpi vendicatori di Oreste prima Egisto e poi la stessa Clitennestra3.

Fonti
  1. Eschilo, Agam. 877; Cho. 132 ss., 249-54
  2. Cho. 269-305
  3. Cho. 870 ss.

Commento

Oreste è presentato come un modello del figlio che, colpito dalla morte infamante del padre, si adopera per riscattarne l’onore e la memoria e poterne legittimamente prendere il posto, pronto a compiere l’atto estremo del matricidio pur di vendicare Agamennone. Il mito pone così l’eroe di fronte a un terribile “dilemma filiale”, poiché la doverosa vendetta coincide con l’empio matricidio. La risoluzione del dilemma avviene secondo una prospettiva ateniese, per la quale non si nasce da due ma da uno solo. Oreste diviene così un figlio “tutto del padre”, l’eroe di una rivoluzione di genere per la quale il padre è presentato come superiore alla madre, anche nella generazione.

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