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Nascita di Orione

Irieo

vive a Tanagra e non può procreare. Un giorno accoglie nella propria casa Zeus, Hermes e Poseidone. I tre immortali, per ricompensare l’uomo dell’ospitalità ricevuta, s’impegnano a esaudire il suo massimo desiderio. Irieo chiede un figlio. Allora gli dèi prendono la pelle del bue o del toro che era stato loro sacrificato, la 'inseminano' (apespermenan), poi ingiungono a Irieo di interrarla e di recuperarla dopo dieci mesi. Al compiersi di questo tempo nasce Urione, così denominato dall’atto di urinare (to ouresai) nella pelle bovina compiuto dalla triade divina, nome che poi si muterà in quello di Orione con il quale il personaggio sarà comunemente noto1.

Riferimenti interni

vedi sez. VB.4

Fonti
  1. Palefato, 51; scolio a Il. 18, 486; scolio a Licofrone, 328; Ovidio, Fast. 5, 493-536; Igino, Fab. 195; Servio, commento a Virgilio, Aen. 1, 535

Commento

In questo racconto l’urina degli Olimpi è l’equivalente funzionale del seme. La terra che deve nascondere la pelle fecondata rimpiazza il ventre femminile.

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