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Ascilto rischia la violenza sessuale

Encolpio era stato trascinato per sbaglio in un lupanare e stava per andarsene. Ma ecco che gli pare di vedere l’amico Ascilto tutto trafelato e col fiatone. «Che cosa ci fai qui?», gli chiede. E quello, asciugandosi il sudore: «Ah, sapessi cosa mi è accaduto! Mi ero perso e non sapevo più tornare all’ostello, quando un padre di famiglia si offre assai cordialmente di farmi da guida. Ma, imboccati una serie di vicoli angusti e oscuri, mi porta fin qui e, offertomi del denaro, inizia a chiedermi del sesso. La stanza era già pronta e lui già mi aveva messo le mani addosso, e se non fossi stato più robusto di lui, mi avrebbe castigato per bene»1.

Fonti
  1. Petronio, 7-8

Commento

Nel racconto, il tentativo di stupro è preceduto da un’esplicita offerta di denaro. Ascilto, in altre parole, è scambiato per un “mercante del piacere”. L’unica cosa che lo salva è il fatto di essere più prestante del suo aggressore, e non più un ragazzo. In realtà, benché la prostituzione fosse una realtà molto diffusa a Roma, restava inammissibile qualora avesse coinvolto un individuo di condizione libera.

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