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Miti

Cerbero guardiano degli Inferi

Il cane di Ade, Cerbero, fa festa scodinzolando a chiunque voglia entrare negli Inferi, ma poi non lo lascia più uscire. Chiunque tenti di tornare indietro viene, infatti, divorato 1.

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Eracle contro Cerbero

Cerbero aveva tre teste di cane, la coda di serpente e sul dorso teste di serpenti di ogni tipo. Eracle chiese a Plutone di dargli Cerbero, e Plutone gli ordinò di portarlo via purché lo vincesse senza l’aiuto delle sue armi. Eracle trovò Cerbero alle porte dell’Acheronte; allora, chiuso nella sua corazza e coperto dalla pelle di leone, gli afferrò la testa con le mani e non smise di stringere con forza finché non ebbe sopraffatto la bestia, nonostante i morsi che gli infliggeva la coda di serpente. Dopo che ebbe mostrato Cerbero a Euristeo, Eracle lo riportò di nuovo nell’Ade1.

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Orfeo contro Cerbero

Giunto alle soglie dell'Ade, il poeta non si lascia intimorire dalla voce del cane che abbaia fiamme, e sostiene, coni il suo sguardo, lo sguardo infuocato della bestia che semina terrore con le sue tre teste. Superato Cerbero, il poeta arriva al cospetto dei sovrani dell'Ade e li commuove cantando e suonando la sua lira, convincendoli così a restituire il respiro e la vita alla sua donna1.

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Enea e la Sibilla placano Cerbero

Una volta traghettato al di là dell’Acheronte, Enea e la sua guida si imbattono in Cerbero, il cane a tre teste con i colli orlati di serpi, che con il suo latrato rintrona i regni infernali. Il cane ha dimensioni enormi e, accucciato, occupa l’intera ampiezza di un enorme antro sito nei pressi della riva. Non appena scorge l’eroe e la Sibilla, comincia ad abbaiare e i suoi colli serpigni si arruffano. A questo punto la profetessa getta nelle sue fauci un’offa di miele e farina. Il cane la afferra al volo e, subito dopo averla ingollata, si addormenta1.

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